(fonte: “Il Giornale” del 03/10/2011) di Carlo Sburlati* Ieri il presidente della giura del premio Acqui Storia, Guido Pescosolido, si è dimesso polemicamente contro la decisione di premiare il saggio di Roberto de Mattei, cattolico «di ferro» e vicepresidente del Cnr, già al centro di polemiche per le sue posizioni tradizionaliste e antidarwiniste. A lui risponde, con questa lettera, l’assessore alla Cultura di Acqui.
Il premio Acqui Storia è ormai il più importante riconoscimento dedicato alla storia, non solo in Italia ma in tutta Europa, ed è diviso in tre sezioni: storico scientifica, storico divulgativa e romanzo storico. Premesso che come assessore alla Cultura di Acqui Terme, a cui compete l’organizzazione del premio, non faccio parte di nessuna delle tre giurie del premio, vorrei precisare che, per quanto riguarda la vittoria in una delle sezioni del volume di Roberto de Mattei Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta (Lindau), su cui c’è stata una fuga di notizie di un componente la giuria prima della proclamazione ufficiale del verdetto (la conferenza stampa per la proclamazione ufficiale del vincitore avverrà giovedì 6 ottobre ad Alessandria), la decisione è stata presa all’unanimità da parte dei giurati presenti ad Acqui. Come per tutte e tre le giurie, anche in questa circostanza è stata pienamente rispettata la prassi consolidata e costantemente seguita.
Il saggio di de Mattei non è stato votato in base a considerazioni ideologiche, tanto è vero che i giurati del premio appartengono a scuole scientifiche e a tradizioni culturali diverse e che l’unico ascrivibile a una posizione chiaramente cattolica è il professor Massimo de Leonardis, ordinario di Storia delle relazioni internazionali all’Università Cattolica di Milano.
Confermo il mio apprezzamento per il lavoro svolto in questi ultimi 13 anni dal professor Guido Pescosolido, presidente della nostra giuria storico scientifica, il quale, avendo già i biglietti per raggiungere la nostra città e la camera prenotata al Grand Hotel Nuove Terme, ci ha fatto avere le sue dimissioni due giorni prima della riunione finale della giuria. D’altronde confermo anche la mia stima e fiducia per gli altri cinque giurati della stessa sezione, composta da autorevolissimi studiosi di storia, che occupano importanti incarichi in varie università italiane.
La giuria del premio Acqui Storia si riunisce ad Acqui due volte l’anno, a fine giugno per decretare le cinquine dei libri finalisti di ogni sezione e a fine settembre per proclamare i vincitori dei tre premi da 6500 euro. Il professor Pescosolido non votò per il libro di de Mattei come finalista, preferendo altri testi, entrati anche loro in finale, ma con gli altri giurati concordò sul testo delle motivazioni per il libro di de Mattei sul Concilio Vaticano II.
Diceva così: «il volume di de Mattei costituisce una originale e completa ricostruzione del Concilio Vaticano II, in una prospettiva storiografica attenta anche al contesto generale dell’epoca e non solo alle vicende ecclesiali e teologiche, queste ultime per altro trattate con grande competenza e rigore scientifico. Basata su un’ampia letteratura e su accurate ricerche d’archivio, l’opera si colloca in maniera originale nel dibattito sulla continuità o rottura rappresentata dal Concilio». Non comprendo quindi la decisione improvvisa di rassegnare le dimissioni da presidente della giuria.
Vorrei aggiungere poi, a riprova della serietà e dell’autorevolezza dell’Acqui Storia, che – giunto quest’anno alla 44ª edizione – il premio ha negli ultimi quattro anni fatto un salto di qualità: si è passati da una media di 30 volumi in concorso nei primi 40 anni del premio, ai 96 del 2008, ai 124 del 2009, ai 137 del 2010 e infine ai 186 di quest’anno, record assoluto in 44 edizioni. Aggiungo infine che, come da programma, la cerimonia di premiazione si svolgerà ad Acqui Terme sabato 22 ottobre.
*assessore alla Cultura di Acqui Terme