Lo scrittore svizzero Gonzague de Reynold ha definito così il San Gottardo, una «croce nel granito». Croce, violata lo scorso 1° giugno in occasione della cerimonia di inaugurazione del nuovo tunnel ferroviario, vista da più osservatori sconcertati come una sorta di macabro e sensuale omaggio pubblico al principe delle tenebre.
Le radici cristiane d’Europa, che hanno il loro simbolo nella Croce, possono essere estirpate in molti modi: espungendo ogni riferimento ad esse dalle costituzioni dell’Europa e degli Stati nazionali, rimuovendo il crocifisso dai luoghi pubblici, ma anche celebrando cerimonie dissacratrici, come è avvenuto il 1° giugno 2016 sul San Gottardo.
Il San Gottardo è un massiccio roccioso che costituisce, dai tempi medioevali, uno dei valichi più importanti dell’arco alpino. Si trova ad uguale distanza dalla Sicilia e dalla Jutland, dalle coste portoghesi e dalle pianure russe e costituisce il centro geografico di Europa. Punto di incontro del mondo germanico e di quello latino, prende il nome da Gottardo (960-1038), vescovo benedettino di Hildesheim.
Lo scrittore svizzero Gonzague de Reynold (1880-1970) definisce il San Gottardo una croce piantata nel granito. Da esso si dipartono infatti il Reno, la Reuss, il Rodano e il Ticino, quattro grandi fiumi che portano le loro acque verso il Mare del Nord, il Mediterraneo e l’Adriatico, mentre un quinto fiume, l’Inn, si getta nel Danubio, sfociando nel Mar Nero. Gonzague de Reynold paragona anche il Gottardo ad un’aquila che plana con le due grandi ali spiegate. Queste due ali sono le catene delle Alpi Retiche e delle Alpi Pennine che si estendono a destra e a sinistra del passaggio centrale del San Gottardo verso Oriente e Occidente. I monti e i fiumi formano una croce, che è la Croce della Svizzera.
Questo luogo è anche il simbolo dell’indipendenza e dell’identità del Paese. Nel 1291 fu il teatro del giuramento di alleanza tra i primi Confederati e, durante la Seconda guerra mondiale, il generale Henry Guisan (1874-1960), comandante in capo dell’esercito svizzero, incentrò sul San Gottardo la strategia del Ridotto nazionale, un dispositivo difensivo per presidiare lo spazio alpino contro gli invasori.
Rivolgendosi alla sua terra, Gonzague de Reynold scrive: «Alla croce del tuo stendardo, alla croce della tua storia, corrisponde la croce della tua terra. Essa è iscritta nel granito e ci vorrebbe uno sconvolgimento della terra e del globo, ci vorrebbe il crollo delle montagne, la fine del mondo per cancellarlo» (Grandeur de la Suisse, Editions de la Baconnière, Neuchatel 1940, p. 117).
Questa Croce simbolica è stata divelta il 1° giugno in occasione dell’inaugurazione della galleria ferroviaria, che attraverserà il San Gottardo. La cerimonia, svoltasi alla presenza del premier italiano Matteo Renzi, della cancelliera tedesca Angela Merkel e del presidente francese François Hollande, si è svolta con una coreografia macabra e sensuale, orchestrata dal regista tedesco Volker Hesse. La leggenda del Ponte del diavolo (Teufelsbruecke) ha dato pretesto al regista per rendere un atto pubblico di omaggio al principe delle tenebre.
Lo spettacolo, di cui Mauro Faverzani ci offre in questo numero alcuni significativi dettagli, è stato dominato infatti dalla figura di un uomo rivestito da caprone-stambecco, chiara personificazione del demonio. Donne vestite di bianco come vestali lo riverivano, mentre, accanto a streghe ed a fantasmi, sfilavano giovani seminudi e venivano portati in processione crani cornuti.
Sul volto dell’uomo-caprone raffigurato in un grande schermo fluttuavano tre scarabei, simboli per eccellenza dell’iniziazione massonica. Una famosa tela di Francisco Goya si intitola Il grande Caprone e, come ha notato Gloria Riva su Avvenire del 23 giugno, il dipinto sembra la riproduzione pittorica della cerimonia del San Gottardo. Nel quadro, un gruppo di streghe offrono bambini come vittime sacrificali a Satana che, sotto le spoglie di un caprone, domina la scena dirigendo il rito.
Parlare di satanismo può sembrare esagerato solo a chi ignori l’influsso crescente del demoniaco nella cultura e nei costumi europei. Le sette sataniche proliferano nel mondo e soprattutto si moltiplicano le pubblicazioni, i siti internet, i social network dedicati al satanismo. La musica è uno dei più efficaci veicoli di contenuti satanici. Tutti ricordano il bacio a Satana evocato dagli Eagles of Death poco prima della strage dell’Isis al Bataclan. Quel complesso musicale fa parte di una galassia dagli oscuri, ma ramificati confini. Lo sviluppo del satanismo è parallelo alla crescita dell’irreligione contemporanea. La degradazione morale in atto non nega solo la fede cristiana, ma rappresenta un suicidio del pensiero occidentale, conducendo al relativismo ed al’irrazionalismo. La perdita del lume della ragione porta inevitabilmente alla ricerca di esperienze magiche e iniziatiche, che sostituiscono l’unica autentica esperienza religiosa, che è il Cristianesimo.
Per capire quanto stia accadendo oggi è più che mai attuale la teologia della storia di sant’Agostino, che ci ricorda che due Città sono destinate a scontrarsi nella storia, fino alla fine dei tempi, la Città di Dio e la città di Satana. Sbaglia chi ritenga che tra queste due città contrapposte sia possibile un atteggiamento di neutralità. Chi non si schiera apertamente con la Città di Dio fa il gioco del suo eterno avversario. E il “terzo partito”, che rifiuta di prendere posizione tra il Bene e il male, forma, con la sua indifferenza, quella miscela tiepida che il Signore vomita dalla sua bocca (Apocalisse 3, 14-22).
Un tempo i simboli cristiani dominavano tutti gli spazi pubblici di Europa. Oggi il Crocifisso viene estromesso dagli spazi pubblici, ma la natura aborre il vuoto e cerimonie come quella del San Gottardo si collocano sulla scia di altri spettacoli, come lo show panteista offerto dalla World Bank Group in occasione dell’apertura del Giubileo della Misericordia, l’8 dicembre 2015. Si tratta, nell’un caso e nell’altro, di un’oggettiva glorificazione delle forze telluriche governate dal Principe delle tenebre. La città di Satana celebra i suoi trionfi.
Il demonio, nel suo odio a Dio, non si accontenta di sottrargli le anime sul piano individuale. Il suo obiettivo è di distruggere ciò che resta della Civiltà cristiana per impiantare sulle sue macerie un’anti-società. Satana aspira ad un regno sociale opposto al Regno sociale di Cristo. Questa terribile irruzione di preternaturale nella storia esige una risposta santa e soprannaturale. Si avvicina l’ora di un intervento straordinario della Grazia e, con le nostre preghiere e con la nostra azione, dobbiamo affrettarlo.