La grande sfida morale

La grande sfida morale

Questi episodidi violenza fisica e verbale si stanno moltiplicando in tutta Europa e si aggiungono alle sempre più frequenti iniziative giudiziarie per intimidire e togliere la parola ai cattolici.

È questo spirito di intolleranza a muovere in Polonia personaggi come la femminista Małgorzata Marenin e la paladina dell’aborto al Parlamento europeo Joanna Senyszyn, che vorrebbero processare l’arcivescovo Józef Michalik di Przemyśl, colpevole di aver ripetuto, in una sua Omelia di Quaresima, concetti che aveva già espresso l’anno scorso, in questi termini: «Si parla molto oggi, e questo è giusto, degli abusi imperdonabili degli adulti nei confronti dei bambini. Non si può tollerare questo tipo di male, ma nessuno osa chiederne i motivi, nessun canale televisivo combattela pornografia e la promozione di un falso edegoistico amore tra la gente.

Nessuno prende le difese dei bambini che soffrono a causa della mancanza diamore tra i loro genitori che divorziano; e queste sono le ferite dolorose e durevoli. Si promuove sotto i nostri occhi la nuova teoria del “gender”.

Oltre dieci tra le più importanti università in Polonia hanno già introdotto corsi che propagano questa subdola ideologia promossa da femministe tra le più aggressive, che da anni scherniscono la Chiesa e l’etica tradizionale, lottano per l’aborto e combattono il modello tradizionale di famiglia e di fedeltà coniugale». A queste giuste parole, che ogni cattolico sottoscrive, dobbiamo aggiungere che le radici profonde dell’ideologia del gender sono nel marx-freudismo del Novecento, che considerala famiglia una “sovrastruttura” sociale de-stinata all’estinzione.

Uno dei primi laboratori intellettuali di queste teorie fu, negli anni Trenta del Novecento, l’Istituto marxista perla ricerca sociale di Francoforte, meglio conosciuto come la “Scuola di Francoforte”, capeggiata da Max Horkheimer (1895-1973), Theodor Adorno (1903-1969) ed HerbertMarcuse (1898-1979). Su una linea simile sipongono il fondatore del Partito Comunista Italiano Antonio Gramsci (1871-1937) e i cosiddetti autori “postmoderni” come Michel Foucault (1926-1984), che rivendicano la “destrutturazione” della società e la sua “liberazione sessuale”.

A queste tesi si è alimentata la Rivoluzione del Sessantotto, da cui discende a sua volta l’ideologia antifamiliare e anti-naturale dei nostri tempi. Le tappe di questa “rivoluzione culturale” sonostate, negli ultimi cinquant’anni: la legalizzazione del divorzio e dell’aborto; la diffusione della cultura di morte contraccettiva; il nuovo, eversivo, diritto di famiglia; l’imposizione dell’educazione sessuale nelle scuole e della pornografia nella società; il riconoscimentoe l’esaltazione dell’omosessualità; la trasformazione dei peggiori vizi morali in virtù pubbliche e la persecuzione di tutti coloro che osano opporsi al processo di degenerazione culturale e morale in corso. Come tutte le teorie contro-natura, l’ideologia del gender è costretta ad applicare inmaniera totalitaria la sua visione deforme della realtà.

Da qui l’apparente paradosso. L’ideologia, che reclama il riconoscimento di tutti i diritti in nome del principio di non-discriminazione, discrimina e demonizza i propri oppositori: si tratta di un vero e proprio diktat che, attraverso la pressione mediatica, politica e giudiziaria, esercita la sua influenza pervasiva sugli stessi ambienti cattolici. Non tutti però sono disposti ad adeguare la verità del Vangelo ai comportamenti imposti dalla dittatura del relativismo.

Alla voce di mons. Michalik si è recentemente aggiunta quella, altrettanto forte, del cardinale Robert Sarah, arcivescovo della Guinea eprefetto per la Congregazione per il Cultodivino, che nel suo recente libro Dieu ou Rien (Librairie Arthème Fayard, Parigi 2015) scrive: «L’ideologia del gender è diventata la condizione perversa per la cooperazione e lo sviluppo. In Occidente, persone omosessuali chiedono che la loro vita comune sia giuridicamente riconosciuta per essere assimilata al matrimonio; dando eco alle loro rivendicazioni, alcune organizzazioni esercitano forti pressioni affinché questo modello sia così riconosciuto dai governi africani in nome del rispetto dei diritti umani. In questo caso preciso, a mio giudizio, usciamo dalla storia morale dell’umanità.

In altri casi, ho potuto constatare l’esistenza di programmi internazionali che impongono l’aborto e la sterilizzazione delle donne. Queste politiche sono tanto più ripugnanti inquanto la gran parte delle popolazioni africane è senza difesa, alla mercé di ideologi occidentali fanatici. […] La Santa Sede deve giocare il proprio ruolo. Noi non possiamo accettare la propaganda e i gruppi di pressione delle lobby lgbt – lesbiche, gay, bisessualie transgender. Il processo è tanto più inquietanteperché rapido e recente.

Perché questa volontà forsennata di imporre la teoria del gender? Una visione antropo-logica sconosciuta fino a pochi anni fa, frutto dello stravagante pensiero di qualche sociologo e di qualche scrittore, come Michel Foucault, sarebbe il nuovo eldorado mondiale? Non è possibile rimanere inteneriti davanti a una tale prepotenza, immorale e demoniaca. Papa Francesco ha ragione a criticare l’azione del demonio che opera per minare le fondamenta della ci-vilizzazione cristiana. Dietro alla nuova visione prometeica dell’Africa o dell’Asia, c’è il segno del diavolo».

Parole forti, che meritano di essere meditate. Non a caso, nel corso del Sinodo sulla famiglia dell’ottobre 2014, la resistenza più forte ai tentativi di snaturare la pastorale della Chiesa sul tema dei divorziati risposati e dell’omosessualità, è venuta proprio dai vescovi della Polonia e dell’Africa e il cardinale Sarah ha preannunciato battaglia per il prossimo Sinodo dell’ottobre del 2015 con queste parole: «Affermo solennemente che la chiesa d’Africa si opporrà fermamente a ogni ribellione contro l’insegnamento di Gesù e del Magistero». I vescovi polacchi, e molti altri ancora, faranno certo altrettanto. Una grande sfida morale è alle porte.

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