Wolfgang Waldstein (1928-2023)

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Il 31 ottobre 2023 si sono svolti, nella Chiesa di San Sebastian di Salisburgo, i funerali di Wolfgang Waldstein, eminente filosofo del diritto e cattolico esemplare, venuto a mancare il 17 ottobre 2023, a 95 anni di età.

Il conte Wolfganf Waldstein era nato il 27 agosto 1928 a Hangö, in Finlandia da una storica famiglia boema, che conta tra i suoi esponenti Albrecht von Waldstein o Wallenstein, (1583-1634) il generale dell’esercito imperiale assassinato durante la guerra dei Trent’anni, al quale Friedrich Schiller ha dedicato una celebre tragedia. Un ramo della famiglia si era trasferito n Russia, ma allo scoppio della Rivoluzione bolscevica, il padre di Wolfgang, Ludwig Waldstein von Halben, compositore di opere pianistiche e di musica da camera si rifugiò in Finlandia, dove conobbe la moglie, di origine svedese. Quando, nell’autunno del 1939, iniziò l’attacco sovietico alla Finlandia, la famiglia Waldstein emigrò a Salisburgo dove il giovane Wolfgang completò i suoi studi di legge a Innsbruck, sotto la guida del prof. Arnold Herdlitczka (1896-1984).  Nel 1964 divenne professore di diritto romano all’Università di Innsbruck e poi, dal 1965 fino al suo pensionamento nel 1992, insegnò diritto romano e filosofia del diritto all’Università di Salisburgo, di cui fu anche rettore dal 1968 al 1969. Dal 1996 al 1998 fu inoltre professore di Ius commune presso la Facoltà di diritto della Pontificia Università Lateranense.

Wolfgang Waldstein è autore di importanti studi giuridici, tra i quali la Teoria generale del diritto (Pontificia Università Lateranense, Roma 2001), in cui contrappone le moderne teorie di Kelsen e del razionalismo critico a quelle classiche di Cicerone e dei giuristi romani. Nei Saggi sul diritto non scritto (Cedam, Padova 2002) spiega il significato del diritto romano-classico, che non si fonda su proposizioni linguistiche definitive, ma che è concretamente aderente alla realtà nel suo divenire. Altrettanto importante è il volume Scritto nel cuore. Il diritto naturale come fondamento di una società umana (Giapichelli, Torino 2014), con prefazione di Maria Pia Baccari Vari. La prima edizione tedesca, del 2010, è stata più volte citata da Benedetto XVI in occasione del suo Discorso al Parlamento tedesco del 22 settembre 2011.

Un tema che gli fu caro fu quello della cosiddetta “morte cerebrale”. Nel 2007, quando ero Vice-Presidente del CNR, pubblicai un libro dedicato a Finis Vitae – La morte cerebrale è ancora Vita? (CNR-Rubbettino, 2007), in cui assieme ai testi di altri medici e giuristi, raccoglievo gli interventi di tre illustri membri dell’Accademia per la Vita: Robert Spaemann, Josef Seifert e lo stesso Wolfgang Waldstein, che nel suo saggio dimostra come ogni uomo, finché non avvenga la definitiva cessazione dei segni cardiorespiratori, deve essere considerato una persona a tutti gli effetti vivente.

Il conte Waldstein faceva parte della comunità spirituale Herz Jesu Gemeinschaft, fondata dal filosofo Dietrich von Hildebrand e poi confluita nell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote. Subito dopo l’unificazione con l’Istituto fu nominato a vita Governatore Generale di questa associazione.  Mons. Michael Schmitz. dell’Istituto di Cristo Re, ha ben ricordato «il suo profondo amore per la verità, la sua grande conoscenza giurisprudenziale, filosofica e teologica, nonché attraverso il suo esempio di assoluta integrità umana, di amore gentile verso il prossimo, di grande forza di volontà e di profonda fede innocente. Lui e la sua cara moglie Maria Teresa, “Esi” Waldstein (1930-2017), che sono cresciuti così vicini a tutti i nostri cuori, sono indimenticabili per noi come una coppia di sposi che ha sempre conservato lo splendore del primo amore e dell’affetto coniugale e che ha generosamente condiviso questo splendore con gli altri, compresi coloro che erano nel bisogno spirituale e materiale» (https://kloster-engelport.de/blog/nachruf-auf-prof-dr-dr-h-c-wolfgang-graf-waldstein/).

Fin dagli anni Settanta Waldstein aveva propugnato il mantenimento della Messa romana tradizionale con un libro, in forma di lettera aperta alla Conferenza Episcopale Austriaca, Hirtensorge und Liturgiereform. Eine Dokumentation (Schaan/Liechtenstein, Stiftung 1977). Fu tra i primi 790.000 firmatari della Supplica Filiale a Papa Francesco sul futuro della Famiglia consegnata in Segreteria di Stato il 29 settembre 2015 e della  Dichiarazione di fedeltà all’insegnamento immutabile della Chiesa sul matrimonio e alla sua ininterrotta disciplina  divulgata il 27 settembre 2016 da un gruppo di 80 personalità cattoliche,comprendenticardinali, vescovi, sacerdoti, studiosi, dirigenti di associazioni ed esponenti della società civile. (https://www.corrispondenzaromana.it/80-personalita-cattoliche-in-difesa-della-famiglia-e-della-morale/

Ho conosciuto Wolfgang Waldstein agli inizi degli anni Novanta e sono stato sempre legato a lui da una cara amicizia. Condividevamo l’amore per la Val Badia, dove si recava ogni anno d’estate, con la moglie nella bella casa che avevano a La Valle. Ricordo ancora un’ascensione con lui, al Sasso di Santa Croce, a 2900 metri di altezza, con partenza di notte, per arrivare in vetta all’alba. Era l’agosto del 1994, lui aveva vent’anni più di me, ma il suo passo di alpinista era più rapido e sicuro del mio. Numerosi e sempre proficui sono stati gli scambi intellettuali con lui. Nel 2010 partecipò a un pellegrinaggio della Fondazione Lepanto alla Santa Sindone, alla quale dedicò un prezioso studio (Neueste Erkenntnisse über das Turiner Grabtuch, Christiana Verlag, 2010)

Wolfgang Waldstein è stato per me un esempio di amore alla verità, di intensa fede cattolica e di profonda rettitudine morale. La sua scomparsa è avvenuta nel giorno della festa di Margherita Maria Alacoque, l’apostola del Sacro Cuore, Quale segno di predilezione più significativo per il Governatore della comunità spirituale del Sacro Cuore di Gesù?

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